Isabella Tosca. Cantante di musica jazz e bossanova, svolge la propria attività in concerti, rassegne, trasmissioni televisive ed alcune produzioni discografiche e pubblicitarie. Da sempre affianca il canto alla grande passione della danza, disciplina con cui esprime la propria creatività in svariate produzioni teatrali di cui è autrice ed interprete. È diplomata musico-terapista. Svolge attività riabilitativa presso diverse strutture nel campo della disabilità, laboratori di espressività per le classi della scuola primaria e attività didattica del canto jazz presso alcune scuole di musica, ponendo sempre attenzione alla complementarietà tra voce e movimento, la cui interazione permette di esprimere maggior intensità interpretativa e comunicativa.
All’attivo i cd “Goela de Pato”, “Beija flor”, “Steldust” e il libro “Otto etti” (Elpo Edizioni)
La strada per le stelle
“…in quell’istante stava dimenticando tutto, lì sul confine incantato tra il mondo della realtà e quello della fantasia che era la scena”. È la passione per la lirica a guidare il cammino di Giovanni, a spingerlo con energia verso il futuro. La strada per le stelle è una saga familiare che attraversa tutto il Novecento e si intreccia con la storia italiana: le guerre, la fame, la fatica, unite all’insopprimibile capacità di rialzarsi e ripartire. Cos’è la vita se non un abbraccio flessuoso che raccoglie amore, sofferenza e si nutre di passione? Come quella per la voce di Caruso “che usciva dal grammofono quel giorno al mercato…”
CaMerlata
Anche il quartiere di una città di provincia può essere un mondo, colorato di abitudini, legami familiari, amicizie, impegni di lavoro, presenze significative e affettuose. La piazza è un teatro di vita, le vie uno spaccato tra sogno e realtà, il parco è solidarietà, i negozi la condivisione. “Camerlata” pulsa di vivacità, subisce le modifiche della storia, attraversa decenni di cambiamenti. Isabella Tosca, attraverso la voce immaginaria, attenta e sensibile di un uomo “senza fissa dimora”, scrive ricordi, dipinge sensazioni, evoca personaggi storici, ravviva consuetudini sbiadite nel tempo. Restituisce ad un angolo di città il calore che ognuno sente quando un luogo è “casa”.
Otto etti
Una nascita anticipata e la conoscenza con un brutto virus: il citomegalovirus.
Prende il via così la storia di Anna, costellata di fatica, ansia, aspettativa, delusione e sofferenza. Storia di una famiglia che si trova ad affrontare una situazione inaspettata e che si attrezza con gli strumenti dell’abnegazione per viverla. È la mamma a ripercorrere un cammino tortuoso, a scrivere il dolore e le speranze, a mettere nero su bianco, con semplicità, i pensieri che scorrono. Ed è la nonna che, dopo molti anni, consegna alla figlia un diario, a cui aveva affidato, dal giorno della nascita della piccola, sfoghi e riflessioni, scritti di getto sull’onda delle conquiste e delle sconfitte di Anna.
Dialogo a distanza tra mamma e figlia sulla nascita prematura della nipotina, che si concretizza in un abbraccio di affetti scritto a due voci, ognuno nel proprio ruolo, con un unico grande elemento comune: l’amore.